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"È difficile per i genitori appoggiare i figli a fare un mestiere artistico, soprattutto quando è un mestiere così raro come l'opera"

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Miei cari lettori,

Questa conversazione risale a prima del debutto di Francisco Brito in Russia. Il 9 febbraio il tenore argentino canterà al Teatro Stanislavskiy di Mosca ne "L'Italiana in Algeri" di Rossini. Ho ascoltato e visto Francisco in Italia in diverse messe in scena e oggi mi fa molto piacere rivederlo nella mia citta’ natale.

Con la sua moglie Stefania si sono conosciuti a teatro lavorando insieme in un’operetta francese. È una coppia formata da due bellissime persone e due bravissimi artisti: una regista d’opera e un tenore. Nel 2016 la famiglia è diventata più grande con la nascita della piccola Elena.

In futuro, mi auguro di rivedere Francisco e Stefania a Mosca insieme sul palcoscenico.

 

Marina: Comincio la nostra conversazione con la domanda che fanno a tutti gli artisti: come è iniziato il tuo percorso musicale?

Francisco: Ho sempre cantato, il ricordo più vecchio che ho risale a quando avevo 9 anni di età ad un saggio di scuola, da quel momento ho iniziato a nutrire un'amore per la musica e a ricercarla in ogni angolo, ho suonato la chitarra per tanto tempo e poi dall'età di 11 anni mio padre mi ha aiutato a formare il mio gruppo di musica folcloristica Argentina dove cantavo e mi esibivo in diversi palchi dedicato a questo genere. Questo periodo è durato 3 anni ed è stato lì che mio papà decise di farmi studiare canto seriamente quindi a 14 anni sono finito nelle mani di un maestro che era stato un cantate di opera.

M: Dove hai studiato? Chi sono stati i tuoi maestri?

F: Ho sudiato privatamente in Argentina con Guillermo Romero Ismael il mio primo maestro e soprattutto il più importante, colui che ha saputo farmi innamorare della lirica dal primo momento. Dopo un mese di lezione lui mi invitò a cantare in un suo concerto "La donna è mobile" del Rigoletto e per me fu un colpo di fulmine con l'opera da subito.

Successivamente quando avevo 18 anni mi sono trasferito in Italia per studiare nell'accademia d'arte lirica con William Matteuzzi e poi a Bologna a la scuola dell'opera italiana.

M: Vieni dall'Argentina. Ci ritorni spesso?

F: Si sono Argentino e ogni tanto torno più o meno una volta all'anno, adesso il prossimo appuntamento forse sarà a settembre e vorrei tornare questa volta con mia moglie e mia figlia.

M: Sei cresciuto in una famiglia con talento musicale?

F: A casa mia tutti fanno altro. La mia mamma che ha una bellissima voce e un ottimo orecchio musicale fa la pittrice, mio papà che è completamente stonato è un Geologo e i miei 4 fratelli che sono tutti più giovani di me lavorano tutti in famiglia. Il più giovane suona e canta musica leggera. Purtroppo devo dire che lo fa solo come hobby ma ha tantissimo talento.

M: Chi o che cosa ti ha ispirato a diventare un cantante lirico?

F: Come ho accennato prima è stato il mio primo maestro a farmi innamorare dell'opera. Poi anche l'appoggio dei mie genitori che sono sempre stati presenti ad aiutarmi a fare le scelte giuste. È difficile per i genitori appoggiare i figli a fare un mestiere artistico, soprattutto quando è un mestiere così raro come l'opera.

M: Raro in Argentina?

F: È raro in Argentina soprattutto. Poi si sa che i genitori di solito vogliono i figli a fare i lavori sicuri e non quelli artistici.

M: Ma l'opera è popolare in Argentina?

F: Purtroppo solo a Buenos Aires. Ora sta crescendo a livello nazionale ma resta sempre una cosa rara di nicchia.

M: Ricordi il tuo debutto sul palcoscenico? Quanti anni avevi? Dove è stato e cosa hai presentato?

F: Il mio debutto su un palco è stato a 10 anni in un festival organizzato da una parrocchia locale, un chitarrista mi propose di suonare per me è fu così che completamente disinibito e senza paura cantai per la prima volta in un palco, da quel giorno non mi sono mai più fermato.

M: Qual'è stata la tua prima esibizione in un'opera e dove?

F: Il mio debutto operistico lo ricordo ancora come una delle esperienze più difficili che io abbia mai fatto.
Avevo 21 anni ed ero studente nell'Accademia d'arte lirica di Osimo, il quel periodo il Festival della valle d’Itria di Martina Franca proponeva Achille in Sciro di Domenico Sarro, opera del tutto strana e soprattutto molto lunga è difficile, senza dire che era stata mai eseguita in tempi moderni. Allora il tenore ingaggiato per la parte di Ulisse cancellò la produzione e per questo motivo io mi trovai una settimana prima che iniziassero le prove a studiarmi un mattone di opera di 3 ore e mezzo di musica.
Alla fine ho affrontato il ruolo con tanta ingenuità ma con tanta energia e voglia di continuare a fare questo meraviglioso lavoro.

M: Hai cantato all'opera anche in Argentina?

F: Solo una volta tanto tempo fa, nel 2011. A Buenos Aires ho fatto Belfiore nel Viaggio a Reims di Rossini.

M: E la tua grande famiglia argentina quando e dove ti ha ascoltato cantare all'opera per la prima volta?

F: Mi hanno ascoltato in tanti concerti ma in opera solo in quell'occasione a Buenos Aires e a Pesaro l'estate scorsa. Purtroppo sono lontani.

M: La maggior parte del tuo repertorio è rossiniana e hai già partecipato diverse volte al famoso Rossini Opera Festival a Pesaro. Con quale ruolo ci hai debuttato e quando? Quali impressioni hai avuto del tuo ultimo lavoro ne La Donna del Lago in cui ti sei esibito insieme a Juan Diego Florez sotto la direzione di Michele Mariotti?

F: È proprio così io sono uno specialista in Rossini il 90 % del mio repertorio è Rossiniano. Poi faccio anche Donizzetti, Bellini, Mozart, e repertorio Barocco. A Pesaro ci sono stato diverse volte è sempre un piacere ritornare, l'anno scorso ho lavorato nella Donna del Lago insieme a Juan Diego Florez e a Michele Mariotti, essendo i migliori in questo repertorio ho imparato tantissimo da loro.
Ho debuttato nel Viaggio a Reims per l'accademia Rossiniana, una bellissima realtà di questo festival che è mirata a scoprire nuovi talenti del mondo Rossiniano.

M: Che cosa pensi prima di entrare sul palcoscenico?

F: Cosa penso..., di solito ripeto mentalmente i movimenti scenici i recitativi e ascoltare il mio corpo per avere una sicura padronanza di me stesso e di quello che faccio.
Purtroppo o per fortuna non ho mai avuto ansia prima di entrare in scena non sono mai stato nervoso, forse qualche volta ma raramente. Ultimamente penso molto a mia figlia a la mia nuova piccola famiglia che ho fatto con mia Moglie, penso che dopo tutto non sono più solo un cantante ma adesso sono un papà che canta quindi tutto prende un'altro peso.

M: Lo so che nel 2013 hai registrato un CD.

F: Sì, di musica antica.

M: Come è nata idea di realizzare un CD con musiche antiche?

F: Veramente non è musica ma è folklore argentino fatto con gli istrumenti barocchi. Un'amico mio direttore d'orchestra Ruben Dubrovsky aveva in mente di fare un cd di musica Argentina con il suo ensemble barocco e mi propose questo progetto.
Il disco l'abbiamo fatto con Gramola a Vienna nel 2013. E si chiama Vidala.

M: Che vuol dire Vidala?

F: È uno stile musicale come dire zamba, salsa, tango. C'è questo stile che si chiama vidala.

M: È uno stile argentino? È popolare nel tuo Paese?

F: Sì, sì, è puramente Argentino. È popolare del nord ma particolarmente nella regione di Salta dove sono nato io.

M: Quindi la proposta di registrare questo CD l'hai presa con entusiasmo?

F: Si è un sogno, perché significa fare folklore a livello professionale. E questo mi poteva capitare solo in Europa. In Argentina fare un CD folkloristico con un Ensemble barocco di quel livello sarebbe stato impossibile perché la gente vede il folklore come uno stile poco raffinato e sopratutto uno stile poco nobile perciò è affidato sempre alla mediocrità.
Il cantante di folklore non studia musica ne studia tecnica vocale, quindi è difficile trovare musicisti di livello che rischino per suonare una musica che è considerata di bassa qualità. Io sono certo che è tutto il contrario. È questo CD lo dimostra.

M: Ed i nostri lettori possono ascoltare due pezzi di questo CD: Cuando nada te debia, T'ei de olvidar.

M: Canti queste musiche nei tuoi concerti?

F: Le canto sempre come bis. Prendo la chitarra alla fine e faccio questi pezzi.

M: Il 9 febbraio canterai a Mosca al Teatro Stanislavskiy nell'Italiana in Algeri. Sarà la tua prima visita in Russia e soppratutto a Mosca?

F: Sarà la mia prima volta in Russia e soprattutto sarà un immenso piacere cantare a Mosca in questo meraviglioso teatro.
Sono molto curioso e felice di questa esperienza che mi auguro sia la prima di tante.

M: Non hai paura del freddo russo come la maggior parte degli italiani?

F: Paura del freddo? Assolutamente no. Che l'Argentina sia un paese caldo è un luogo comune. Solo il nord dell'Argentina si potrebbe considerare una regione calda, (comunque non tropicale). Poi il sud dell'Argentina è freddo quanto la Russia se non di più. La Patagonia è freddissima - 15C , -30C a volte. Ma nella terra del fuoco trovi delle temperature assurde anche d'estate. Pensa che subito dopo l'Argentina c'è l'Antartide. La fauna Argentina comprende pinguini, leoni marini, ballene azzurre. Quindi il freddo non mi spaventa. Mi coprirò.

M: Immagino che non avrai molto tempo, ma cosa vorresti vedere a Mosca?

F: Senz'altro vorrei conoscere la cattedrale di San Basilio', la Piazza Rossa, teatro Bolshoi, i palazzi del Cremlino e poi si vedrà li al l'avventura.

M: La vita di un artista è molto intensa e neanche la tua fa eccezione. Viaggi sempre e spesso sei in giro per il mondo. Quando hai tempo libero, cosa ti fa piacere fare?

F: È molto difficile quando si viaggia così tanto, ma la cosa più importante sta nell'organizzazione,voli, alberghi, prenotazioni, cane, bambina etc etc .
Quando ho tempo libero la prima cosa che voglio è stare a casa con la mia famiglia. Non vedo l'ora che mia figlia sia un po più grande per portarla al cinema oppure portarla ad andare in bicicletta. Mi piace molto anche vedere il mondo con mia moglie anche se si tratta di visitare la nostra stessa città.

M: E a casa, tra gli amici ti piace prendere la chitarra e cantare qualcosa? Canti per Elena? A lei piace ascoltarti cantare?

F: Canto sempre a casa. Per mia figlia tutti i giorni praticamente.

M: Quali messe in scena del 2016 sono memorabili per te e perché? E quali progetti ti aspettano nel 2017?

F: Il 2016 è stato il più intenso per me, ho passato tanti bellissimi momenti, dal debutto del Viaggio a Reims a Zurigo, coprire il ruolo di Juan Diego a Pesaro, debuttare al San Carlo di Napoli, ma soprattutto la nascita di mia figlia, che rende tutto più bello e tutto ha più senso.

Il 2017 è iniziato alla grande, fra qualche giorno abbiamo l'inaugurazione della stagione lirica del Teatro Petruzzelli di Bari con la Gazza Ladra di Rossini dove interpreterò il ruolo di Giannetto. Poi vado a Mosca, poi avrò l'onore di coprire un grandissimo collega al Teatro La Scala sempre nella Gazza ladra, successivamente debutto Arturo nei Puritani di Bellini alla Staatsoper di Stoccarda e poi farò una sosta a Dubai per il Così fan tutte di Mozart l'estate prossima.

 

sito ufficiale: www.franciscorubenbrito.com
Francisco Brito su Facebook

Marina Nikolaeva/Lucca-Mosca, gennaio 2017
foto di Francisco Brito

 
 
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