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Un espresso o uno spritz?

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Da qualche tempo quando vado in un bar per prendere un caffè, non chiedo di darmi un espresso, ma proprio un caffè :-)
So che in Italia esistono diversi tipi di caffè. Questa volta in un bar al centro di Firenze, un barista mi ha spiegato che in Italia ci sono anche tanti tipi d’acqua: liscia, umida, bagnata, frizzante, naturale, gassata e effervescente :-)
Ma torniamo al caffè. Stavamo a tavola, per aspettare 2 caffè che abbiamo ordinato in un bar della città. Dopo qualche minuto un cameriere ci ha portato due bibite di colore arancione piene di giaccio. Ho pensato che lui aveva sbagliato il tavolo, ma mi ha assicurato che non era cos’ e ci aveva portato quello che avevamo ordinato. La bevanda che ci hanno portato al posto dell’espresso era lo spritz. Nello stesso bar mi e’ accaduta di nuovo la stessa storia. Il barista ha sentito “spritz”, ma non “espresso” :-) La terza volta, quando in un altro bar mi hanno voluto dare lo spritz al posto dell’espresso, ho deciso di chiedere sempre semplicemente un caffè.
Stasera vado al bar per prendere uno spritz, vediamo se mi preparano un espresso ;-)
P.S. : la mia pronuncia e’ abbastanza buona e per questo motivo non trovo la spiegazione, come mai a volte sentono “spritz” se io dico “espresso”? Boh?

ottobre/2011

Un dialogo nel mercato di antiquariato di Lucca

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Ad un banco si avvicina una signora italiana, vede una bottiglia e dice ad un’altra donna che vende questo oggetto:


– Bellissima! Ma è costosissima!!! Pourquoi??? (il prezzo era 95 euro)

La venditrice le risponde:
– È pesantissima! È vetrissimo! Non è cristallissimo!

ottobre/2011

Il profumo di ieri al prezzo dell’ altro ieri

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12 anni fa all’aeroporto di Fiumicino a Roma, nel duty-free shop ho comprato un profumo di Rochas. L’ho acquistato proprio perché mi è piaciuta tanto la bottiglia. Era un vero pezzo d’arte. La conservo ancora oggi. Ogni tanto guardandolo penso alla capacità di creazione artistica dei designer industriali che lavorano anche nel campo delle profumerie e creano dei veri capolavori.
Vorrei conoscere il nome della persona che ha creato questo flacone per il Rochas. Non l’ho più trovato da nessuna parte e ho pensato che non lo producono più, invece stamani in una vetrina, ho visto “il mio capolavoro” di un artista per me sconosciuto. Magari avevo ragione io e non lo producono più ormai da tanti anni. La pubblicità che accompagnava i flaconi mi ha fatto sorridere e ha confermato il mio pensiero che non è più in produzione il mio amato profumo di Rochas: IL PROFUMO DI IERI AL PREZZO DELL’ATRO IERI!

ottobre/2011

Gelato al cioccolato, dolce e un po’ salato…. Una scena in un ristorante lucchese

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Mi è piaciuto così tanto il senso dell’umorismo di un cameriere che conosciamo da un po’ che ho deciso di descrivere una scena che abbiamo visto un giorno al ristorante dove lavora lui. Accanto alla nostra tavola è seduta una famiglia americana (sì, penso proprio che fossero americani). Hanno finito di mangiare i piatti principali e hanno chiesto al “nostro” cameriere cosa c’era per il dessert. Volevano mangiare del gelato. Parlavano un po’ l’italiano ma non sono sicura che capissero cosa gli rispondevano a parte di qualche parola conosciuta. Allora, hanno chiesto cosa c’era per il dessert e il cameriere ha risposto loro che portava subito il menu. Dopo un minuto è venuta una cameriera (lei d’estate vende sempre il gelato nella gelateria che si trova dentro a questo ristorante) e non potete immaginare la scena che abbiamo visto. Lei ha cominciato a elencare tutti i tipi di gelato che ha un ristorante. Voi avete mai visto quanti tipi di gelato vi propone ogni gelateria in Italia? Dopo il decimo nome, gli americani sono diventati tristi. Penso che già dopo il terzo avessero smesso di capire l’italiano. “Il menu parlante dei gelati” che gli “ha portato” il nostro cameriere era troppo difficile per loro! Alla fine hanno scelto del gelato al cioccolato. Immagino che fosse l’unico nome che hanno capito bene. Ma noi cercavamo di non ridere osservando questa scena spettacolare!

novembre/2011

La bicicletta in Italia è un pedone o un’automobile?

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Mi faccio sempre questa domanda quando vedo delle persone che vanno con la bici per le strade della città insieme alle automobili. Abbiamo notato una cosa strana. La gente va con la bicicletta per la stessa strada dove vanno le auto e si comporta come se la loro bici fosse una macchina. Lo trovo strano e poco normale. In Russia le regole non permettono di entrare sulla strada con la bici, e di andare per tutte le corsie come possono fare le automobili. Se i “ciclisti della città” si credono di essere un’automobile allora perché quando si avvicinano al passaggio pedonale lo attraversano come i pedoni senza scendere dalla bici? Quella gente va veramente dappertutto con la bici e proprio come le pare senza seguire nessuna regola del codice della strada. Allora, mi chiedo perché non rispettano le regole? Sono pedoni o guidatori di una nuova razza di auto che si chiamano autocicletta?

Ed ancora una cosa. Fa paura la gente che sulle strade di città va con gli scooter contromano cercando di evitare il traffico.

novembre/2011

Il mio nuovo cognome italiano

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Ho una cara amica italiana. Non l’ho vista per 5 anni e una settimana fa ci siamo finalmente reincontrate. Lei mi ha presentato il suo secondo marito con cui si e’ sposata poco fa. Gli parlava di me e mi chiamava sempre la sua amica russa, la russa. Nel giorno del nostro incontro con loro, suo marito mi ha chiesto:”Ma la russa è il tuo cognome”?


Stasera siamo stati ad un concerto di musica jazz organizzato da un jazz club della città. Per comperare i biglietti, ho dovuto fare la prenotazione via e-mail. Stasera siamo arrivati mezz’ora prima per pagare i nostri biglietti. Nella lista di prenotazione era scritto: “Marina da Mosca”. Quando la signora responsabile mi ha chiesto il mio cognome ed ha sentito che mi chiamo Marina Nikolaeva, ha ricordato subito il nostro scambio di e-mail e le è venuto un sorriso sulle labbra. Nei miei indirizzi di e-mail tutti vedono la frase “Marina da Mosca”. L’ha vista anche lei ed ha pensato che “da Mosca” fosse il mio cognome e non che questa frase significhi semplicemente da dove vengo.
Allora, se un giorno mi viene in mente di cambiare il mio cognome russo Nikolaeva per quello italiano, almeno due varianti italiane ce li ho.

novembre/2011

La storia di una vetrina lucchese

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A Lucca come in ogni altra città, ci sono numerosi negozi. È sempre un divertimento guardare le loro vetrine. Sono tutte diverse e certe sono molto particolari. Camminando per le vie della città, noi guardiamo sempre una vetrina di un piccolo negozio. La sua proprietaria è una donna giovane con una grande fantasia artistica. Cambia l’allestimento della sua vetrina quasi ogni due settimane e ogni volta viene fuori qualcosa di straordinario e bello. Da un certo momento abbiamo deciso di andare a vedere sempre i suoi “capolavori”.
Una volta le ho chiesto come mai lei fa questo lavoro e crea sempre delle cose stupende? Chi inventa i temi per ogni nuovo allestimento? Lei mi ha risposto che fa tutto da sola e che è il suo hobby. Le piacciono le cose artistiche e cerca sempre di creare qualcosa di nuovo e particolare. Spesso guardando le sue vetrine, si può capire quali eventi culturali si svolgono in quel periodo a Lucca. Guardate anche voi qualche suo capolavoro e cercate di capire cosa vende quella signora nel suo negozio :-)

novembre/2011

Un organo e “Il monello” di Charlie Chaplin

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In Italia ci sono tante chiese e quasi in ognuna c’è un organo. Spesso alle messe nelle chiese italiane si può vedere che suonano gli organi elettrici invece che suonare quello a canne. Il problema e’ l’assenza di persone preparate che sanno suonarlo. È un vero dispiacere, perché il suono di questo strumento è spettacolare.
Qualche giorno fa a Lucca, abbiamo visto un manifesto di una serata nella chiesa di S.Ginese di Compito. Ci siamo andati. È stata una serata favolosa per 2 motivi. Quella sera in chiesa l’organo lo ha suonato il giovane organista Matteo Venturini. Per più di un’ora lui ha accompagnato con il suono di questo strumento musicale un capolavoro del grande regista e attore Charlie Chaplin, proiettato sullo schermo. Un film da non perdere, che si intitola ”Il monello”. Il film è stato fatto nel 1921 ed è stato il primo lungometraggio di Chaplin. Una bellissima e commovente storia di un bambino. Sua madre ha avuto una storia d’amore con un pittore e quello l’ha lasciata. È così sconvolta che decide lasciare il suo neonato in una lussuosa macchina, ma questa viene rubata da due ladri ed il bambino viene trovato da un povero vagabondo.
L’idea di unire le musiche d’organo con la proiezione di un film muto la trovo geniale. Non è nuova ma ormai è cosi rara.
Per il capodanno scorso abbiamo comprato due biglietti per uno dei concerti del grande musicista russo Vladimir Spivakov, organizzati ogni anno il 31 dicembre a Mosca. L’idea di quel concerto era straordinaria. In una grande sala da concerti un’orchestra suonava sul palcoscenico delle musiche che Charlie Chaplin ha scritto per il suo film “Luci della citta’” e sullo schermo, al pubblico facevano vedere questo film.
È tanto bello quando ci sono delle persone che sanno realizzare idee spettacolari come quelle precedenti: far vedere i capolavori del cinema muto di Chaplin con l’accompagnamento di una grande orchestra o di un organo in una chiesa.

novembre/2011

Fondazione Banca del Monte di Lucca

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Cerchiamo di non perdere nessuna occasione di vedere ogni nuova esposizione organizzata da questa Fondazione. Presentano le opere d’arte di diversi artisti italiani e soprattutto lucchesi.
Nel mese di settembre, nella sala espositiva della Fondazione in piazza S. Martino,4 è stata organizzata la mostra “Trasparenze solari” dove al pubblico sono stati presentati i quadri di Francesco Fanelli (1869-1924).
Ieri sera è stata inaugurata la nuova mostra,“Natura viva”, di Daniela Giovanetti, una artista lucchese che vive e lavora a Milano.
La prima era molto interessante, non solo dal punto di vista artistico ma anche da quello storico. La mostra nuova è affascinante! La maggior parte delle opere sono “olii su tavola”. Tutti i lavori sono di altissimo livello tecnico e sembrano non dipinti ma fotografie (soprattutto le tavole dove l’artista “gioca” con la luce). L’abbiamo già visitata oggi e pensiamo di ritornarci. Come sempre, per la mostra è stato stampato un catalogo semplicemente fantastico! Ho il desiderio di guardarlo e riguardarlo molte volte.
Vorrei notare una cosa, secondo me molto importante. Tutte le mostre e i bellissimi cataloghi che le accompagnano sono sempre gratuiti. Con queste stupende mostre la Fondazione presenta al pubblico gli artisti italiani e trasporta la cultura tra la gente. Sia gli artisti sia il pubblico sono felici di essere presentati a vicenda.
Godete anche voi di alcune opere di Daniela Giovanetti attraverso le fotografie che abbiamo scattato alla mostra.

ottobre/2012

Idee geniali

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A volte le idee geniali sono semplici e le incontri per strada. Un negozio dove vendono la musica pop e rock ha organizzato sabato scorso una manifestazione musicale. Il particolare di questo concerto lo potete vedere nel video.
In citta’ c’è anche un altro negozio musicale specializzato in musica classica e opere. Per popolarizzare questo genere musicale si potrebbe organizzare qualcosa di simile anche nella vetrina di quel negozio. A Lucca i bravissimi cantanti lirici non mancano. Che ne dici, Mattia? ;-)

aprile/2013

A voi capita di entrare in un caffè e incontrarci Michele Placido?

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A voi capita di entrare in un caffè e incontrarci Michele Placido? A me sì. Proprio stasera siamo entrati nel nostro amato caffè per mangiare qualcosa. A un tavolo, in compagnia di altre due persone, era seduto un
signore anziano. Mi è sembrato conosciuto. Era Michele Placido. Stasera, domani e dopodomani al Teatro del Giglio, danno “Zio Vanja”, del grande scrittore russo Anton Cekhov.
L’idea di chiedere un autografo per la mia allieva Elena (per cui Placido è l’uomo ideale ancora dai tempi del Commissario Cattani) mi è venuta all’improvviso. Bastava correre al teatro per comperare il programma.
Ora ho un autografo per Elena e, per me, il bel ricordo di una breve conversazione con Michele Placido che alla fine mi ha salutato con la mano.

gennaio/2014

Chi ha detto che le poste italiane lavorano male?

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Vorrei raccontarvi una storia che è successa un mese fa in un ufficio postale di Lucca. Aspettavo un pacco con dei CD, regalo di un pianista italiano e di sua moglie. Poco dopo dovevamo tornare a Mosca. Per farci avere questo dono prima della nostra partenza, questi gentilissimi signori l’hanno spedito con posta raccomandata. Ogni giorno controllavano su internet dove si trovava il pacco. Qualche giorno dopo, i CD sono arrivati a Lucca.
Il postino non ci ha trovati a casa e ha lasciato l’avviso di giacenza nella nostra cassetta postale. Seguendo l’orario scritto sul documento, siamo potuti andare nell’ufficio postale solo il giorno dopo. Ma l’indomani i miei CD non c’erano. E nessuno sapeva dire dove erano finiti, cosi’ mi hanno chiesto di tornare l’indomani. Ci siamo tornati e il tutto si è ripetuto. Siamo andati alla posta 3 volte e sempre con lo stesso risultato. E’diventata una tradizione: iniziare la giornata con la visita all’ufficio postale :-).
Cercavamo di capire cosa stava succedendo insieme ai mittenti. Ci hanno lasciato tutti i dati che riguardavano la loro spedizione e, seguendo la nostra nuova tradizione, dopo colazione siamo andati di nuovo alla posta. La stessa signora ha controllato qualcosa nel suo computer e ci ha assicurato con indifferenza che il pacco era stato spedito indietro, al mittente. Sono rimasta a bocca aperta senza poter dire nulla. Chi l’ha spedito indietro? Perché? Perché non è rimasto nell’ufficio postale per 30 giorni come dice la regola scritta sull’avviso? Non ho ricevuto risposte alle mie domande. Anzi secondo lei non è successo nulla di particolare, solita cosa. Ahha!
E voi dite che le poste italiane lavorano male? Sono più veloci del pensiero: appena pensate di ricevere un pacco ve lo rispediscono subito indietro.
Da una parte è una storia da ridere, ma dall’altra… In quel momento non è stato così divertente per diversi motivi:

– i gentilissimi signori che volevano farci un bel regalo hanno pagato di più per la RACCOMANDATA
– cercando di chiarire la situazione, hanno perso tempo in numerose chiamate inutili
– alla fine a nessuno di quell’ufficio postale, che è anche centrale, fregava nulla di tutto quello che è successo.

Nella vita cerco di essere ottimista ma certe situazioni mi fanno pensare che tutti potrebbero vivere meglio ed essere più felici se ognuno facesse BENE il suo piccolo-grande lavoro.

luglio/2013

Quasi una barzelletta

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In un certo bar nel centro storico di Lucca. Luglio. Entro nel bar e chiedo un caffè. Metto il mio cappello sul banco e dentro di esso poso i miei occhiali da sole. Una cameriera dice a me ed alla sua collega:

“Bel cappello, eh?!”

La sua collega, guardando me, risponde a lei ed a me:

“Ma io guardo il ciondolo” :-)

agosto/2011

Zero + Zucchero = Coca Cola ?

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Ho visto questa pubblicita per la prima volta a Torino. Il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato quello: Ma come mai (Renato) Zero e Zucchero sono in un concerto sponsorizzato da Coca Cola?

Ed ora vi faccio vedere questa pubblicita :

P.S.: Odio la Coca cola e conosco magari troppi nomi di cantanti italiani :-) Poi sono una ridolina. Ecco perché a volte mi vengono pensieri spontanei tutti da ridere :-)

novembre/2011

Tonino Guerra

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L’anno scorso nella vetrina di un negozio di Lucca ho visto un opera d’arte. Era un pezzo di stoffa su cui era stampato un dipinto di Tonino Guerra. L’ho riconosciuto subito perché a Mosca ho un libro stupendo con le sue illustrazioni. È un libro raro perché ne sono state stampate solo 2000 copie ed è stato anche difficile trovarlo.

Sono entrata dentro per sapere se era in vendita. La proprietaria di questa simpatica libreria mi ha risposto di sì. Abbiamo cominciato parlare di Tonino Guerra e lei mi ha raccontato che una antica fabbrica italiana faceva questi lavori collaborando con l’autore degli immagini. Ha detto che sono pezzi unici e lo sono veramente. Naturalmente era un grande pezzo di lino su cui era stato messo un disegno di Tonino Guerra usando una tecnica di stampa antica. Era unico e l’ho comperato subito.
Invece la proprietaria era curiosa di sapere che questa immagine è una tra numerose illustrazioni che Guerra ha fatto per un libro di poesie di Galina Danelia, una poeta russa, moglie del grande regista giorgiano Giorgio Danelia.

Tonino Guerra è stato una persona molto importante per la cultura italiana e anche quella mondiale. Ho sempre provato grande ammirazione per questo poeta e grande uomo.

Ha collaborato con molti grandi registi, tra cui tanti sono russi: Andrej Tarkovskij, Vladimir Naumov, Giorgio Danelia ed altri. Aveva un legame forte con la Russia perché l’amava, la sentiva e magari la capiva. Tornava spesso nell’antica città russa di Suzdal ed anche a Mosca dove aveva un piccolo appartamento. Tutto questo amore per la Russia e la cultura di questo grande Paese gli è stato ispirato dalla sua stupenda moglie Eleonora (Lora Guerra), che è russa.

marzo/2012

Avete mai osservato la divisa dei carabinieri italiani?

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Avete mai osservato la divisa dei carabinieri italiani? L’avete guardata dettagliatamente? Sicuri?

Stamani in un bar, dove facciamo colazione, sono entrati 3 carabinieri per prendere un caffè. Si sono messi davanti al banco chiacchierando tra di loro. Il mio sguardo ha colto una piccola ma simpaticissima borsa che, insieme a una larga cintura bianca, faceva parte della divisa.

Poi ho visto gli stivali con i lacci dietro. Dentro gli stivali c’erano anche due roller (per scrivere le multe, credo ;-)).

Le Alfa Romeo con cui vanno in giro i carabinieri italiani voi le conoscete bene.

Guardandoli può venire la voglia di fare la bella carabiniera: per poter andare in giro con un’Alfa Romeo, avere quella fantastica borsetta e gli stivali con i lacci ;-)

dicembre/2013

Quasi pubblicità

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Quando avete visto l’ultima volta qualcuno scrivere con una penna roller? Ora tanti hanno l'iPad, l'iPhone, l'i-qualcos’altro e hanno completamente dimenticato come scrivere una lettera con una penna stilografica su un foglio di carta.

Ancora 30 anni fa alle poste russe, sui tavoli, potevate vedere delle splendide bottigliette di inchiostro con delle penne stilografiche accanto. Le usavano per scrivere i testi dei telegrammi. Era bello giocare con quelle penne: scrivere o disegnare qualcosa aspettando i genitori che spedivano i telegrammi.

Dentro la mia borsa porto sempre un lapis e una piccola agenda per scrivere delle informazioni interessanti. Quando parlo con la gente italiana, guardo le vetrine o leggo le riviste e i manifesti imparo spesso delle parole e delle espressioni nuove. Se le trovo interessanti dal punto di vista grammaticale, le memorizzo nella mia agenda.

Mi piace imparare l’italiano osservandolo.

Da qualche giorno nella mia borsa “sta” anche una certa “signora” Montegrappa. Nonostante le numerose tecnologie, a me piace scrivere le lettere sulla carta. Lo faccio sempre scambiando notizie con una mia cara amica torinese. Proprio per questo motivo mi è piaciuta tanto l’idea di avere una penna stilografica. Mi ricorda la mia infanzia, gli uffici postali sovietici e mi diverto scrivere con essa.

dicembre/2013

È vietato...

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È vietato in tutto il centro storico dare da mangiare ai piccioni. I trasgressori saranno soggetti ad una multa da 25 a 500 euro.
Questo annuncio lo potete trovare sui tavoli di ogni caffe' di Lucca. Che ne dite, funziona? Chi fa questo tipo di controlli? E come decidono se bisogna prendere la multa da 25 euro o da 500 euro?

Se hai dato a mangiare ad un piccione solo allora paghi la multa di 25 euro. Se invece hai "preparato" da mangiare per una decina di colombe allora paghi per questo lunch per tutta la compagnia 500 euro? Magari c'è un agente nascosto dietro un cespuglio che conta le colombe saziate e poi decide qual è la multa ;-)

Infatti i piccioni sono un vero problema, perché danno tanta noia e li trovi spesso camminare sui tavoli, tanto che viene il desiderio di prendere un fucile per non vederli più vicino ai posti dove si mangia.

Amo gli animali ma queste bestie sono maleducate e mangiano sempre non a tavola ma sulla tavola ;-)

E nelle vostre città fanno solo leggere delle multe o le fanno sul serio?

giugno/2012

Dopo qualche calda giornata oggi ha piovuto

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Non direi che mi ha fatto un grande dispiacere l'assenza del sole per un breve periodo. Mi piace sia il sole sia la pioggia. Se di tanto in tanto non piove non crescono la frutta e la verdura ;-)

Invece se non c'è il sole la gente italiana va in depressione. Per me va bene tutto. Noi russi siamo abituati alla pioggia d'autunno, al freddo e alla neve d'inverno, al sole e al caldo d'estate e al vento e a tanti giorni senza sole d'autunno.

Allora ieri ha piovuto un pochino e oggi nella pagina centrale di una rivista lucchese ho letto un breve articolo che mi ha fatto sorridere. Cominciava con una sola frase, qualcosa tipo "ieri ha piovuto" e poi c'era scritto questo:

"Le quantità di pioggia sono arrivate nell'ordine dei 35 millimetri a Lucca, 40 a Pontetetto, 42 a Vorno, 27 a Mitigliano. Nella Valle del Serchio e in Garfagnana si sono arrivati a 22 millimetri a Orto di Donna, 26 a Vagli di Sotto, 50 a Fornovolasco, 34 a Fabbriche di Vallico, a 22 a Villa Collemandina, 32 a Gallicano, 42 a Calavorno, 31 a Borgo a Mozzano, 30 al Piaggione."

Ho subito immaginato un tizio che ieri ha fatto un salto in tutti questi paesi e ha misurato tutta la pioggia caduta a terra vicino a Lucca.

maggio/2012

In Italia: romani e lucchesi

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Roma. Sono le 10 meno 5. La porta del negozio Thun è aperta. L’ora di apertura è le 10. Dentro ci sono le commesse che fanno le pulizie. Entro e chiedo:“Posso entrare?”. Sento una risposta:“No, facciamo le pulizie”. Sto aspettando fuori. Sono le 10 e 10. Le commesse continuano a fare le pulizie e non fanno entrare dentro il negozio. Vado via.

Lucca. Sono le 19.37. La porta del negozio Thun è aperta. L’ora di chiusura è le 19.30. Dentro ci sono le commesse e non ci sono gli acquirenti. Entro e chiedo:” Scusate, è già chiuso?”. Con il sorriso sulle labbra le commesse mi rispondono:“Entra, entra pure!”.

maggio/2010

 
 
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